Daniela Banci, Città illustre
Collana, 2023, argento 925, oro bianco 750, agata bianca, lungh. 81 cm
La collana è costituita da lunghi elementi rettangolari in argento inciso e da forme geometriche lineari e curve in agata bianca.
È un omaggio alla città di Urbino «la quale, benché tra monti sia, e non così ameni come forse alcun’altri che veggiamo in molti lochi, pur di tanto avuto ha il cielo favorevole, che intorno il paese è fertilissimo e pien di frutti». Così Baldassarre Castiglione descriveva la piccola città nel Cortegiano menzionando tra gli ‘ottimi Signori’ che la governarono il duca Federico «lume della Italia», colui che la rese una magnifica corte principesca celebre in tutta Europa.
Daniela Banci, Tardi vi amai, sigilli antichi eppure nuovi.
Sigilli, 2023, argento 925, Ø 9 cm, Ø 11,5 cm, Ø 9 cm
I sigilli sono realizzati con incisione a laser su lastracircolare di argento satinato.
Il sigillo dedicato all’alfabeto cosmico è caratterizzato da una serie di lettere che alludono all’origine astronomica della scrittura; il cerchio simboleggia il cielo astronomico e le lettere costituiscono la rappresentazione morfologica delle costellazioni.
Il sigillo dedicato a Pietro d’Abano, medico e filosofo padovano ritratto nello Studiolo di Urbino, si ispira ai pentacoli, o cerchi magici, del tardo Medioevo. L’iscrizione alla base del ritratto, infatti, ricorda i suoi meriti come medico, ma anche gli interessi per le discipline arcane: «Petro Apono[medicorum arbitro aequiss. ob remotiorum disciplinarum studium insigne Fed. poni cur.]» (A Pietro D’Abano, giustissimo arbitro dei medici, per l’insigne studio delle discipline più recondite, Federico fece erigere).
Il sigillo dedicato al cardinal Bessarione raffigura il principale fautore della riconciliazione della chiesa latina e greca al concilio di Ferrara - Firenze (1438-1439) e propugnatore con il papa Pio II di una crociata per la riconquista di Costantinopoli, presa dai Turchi nel 1453. L’immagine del cardinale si sovrappone a quella di Federico da Montefeltro: i due erano legati da profonda amicizia come ricorda l’iscrizione alla base del ritratto di Bessarione, eseguito per lo Studiolo, in cui viene definito «amico sapientiss[imo] optimoque».