Conduco una vita dinamica e di solito mi capita di incontrarmi con persone in luoghi e in situazioni diverse anche nell’arco di una sola giornata. La mia collezione di gemelli è una raccolta che mi accompagna quando sono in viaggio, perché occupa poco spazio, e quando sono a casa, dove sono solito sistemarli come sculture su piccole installazioni, rendendoli così visibili a chi mi fa visita.
Non è la prima volta che arrivo a New York. Dal 2014 (anno di cui ho fatto il presente ritratto) ci sono tornata altre quattro volte. L’ho vista in altre stagioni, si è mostrata sempre diversa, ciò non ha interferito su quanto ho riportato in questa raccolta di immagini.
Esporsi in un evento è cosa complessa e delicata. A noi orafi tocca troppo spesso stare chiusi a doppia mandata dentro ai nostri spazi operativi col fine di proteggere noi e i materiali nobili che stiamo lavorando.
Afro, Piero della Francesca e Jabes: questa è la costellazione che mi guida lungo la linea della vita. Alla sua chiarità, come i Magi nel racconto evangelico, io provo una “grandissima gioia”. Trascrivo su queste pagine appunti di un sentito, emerso prima di tutto nel corso della mia attività di orafa, e raffinatosi poi alla luce di quella triplice amicizia stellare
Ogni percezione è anche un pensiero, ogni ragionamento è anche intuizione, ogni osservazione è anche invezione. Questi gioielli si rivelano uno ad uno, in una sequenza che è già esistente nella nostra vita interiore: quando li scopriamo diventano reali anche nella visione oggettiva. Il materiale è già prezioso per le sue intrinseche qualità e obbliga l’orafo ad uno stato di modestia, ricco di pensiero e di creatività.
The first impression one gets leafing through the pages of this catalog are to be reading a breviary, a liturgical book of psalms, hymns, prayers and readings arranged according to the time of life in which Kohèleth gave meaning to life itself, times to embrace, and times to free oneself from that embrace, times to mourn and times to dance.