Daniela Banci, Virgilio (Enea, Anchise e Ascanio). Europa semper fugiens
Collana, 2023, argento 925, oro rosa 750, diamanti taglio antico, largh. 16 cm × h. 25 cm
La collana è dedicata al poeta Virgilio, ritratto nello Studiolo di Urbino, e in particolare all’episodio descritto nel secondo libro dell’Eneide: Enea si carica sulle spalle l’anziano padre Anchise, prende per mano il figlioletto Ascanio e fugge dalle rovine di Troia in fiamme per cercare una via di fuga e di salvezza. Tre generazioni, tra la memoria e l’avvenire. La responsabilità dell’essere padre e la premura amorosa dell’essere figlio. A tale nobile esempio l’artista dedica il suo gioiello composto da un girocollo costituito da un tubo rigido e snodato, in argento satinato, e da un pendentif con tre dischi che alludono ai protagonisti: una lastra circolare in argento battuto rappresenta Anchise, un disco centrale in oro rosa e argento, realizzato in lamine mobili, identifica Enea, un disco più piccolo inciso in oro rosa allude ad Ascanio. Enea è il centro della composizione, è la ruota portante - come lo raffigura l’artista - che avanza nonostante i timori, le incertezze e le difficoltà.
Europa semper fugiens, recita la seconda parte del titolo che evidenzia la volontà di identificare Enea come simbolo dell’Europa, in cui il presente guarda al passato e si cura del futuro.
Daniela Banci, Civitas terrena - Civitas Dei
Spilla, 2023, argento 925, oro 750, largh. 8 cm × h. 9 cm
La spilla è dedicata a Petrarca e a Sant’Agostino, entrambi ritratti nello Studiolo di Urbino, e allude al Secretum di Petrarca in cui è riportato il dialogo con il vescovo di Ippona, il punto di riferimento ideale a cui il poeta guarda per uscire dalla palude del peccato e decidersi definitivamente per una scelta categorica di vita santa. I due protagonisti del dialogo, Francesco e Agostino, sono in realtà le due parti scisse e inconciliabili di Petrarca stesso.
Nel rispetto di tale eterna dualità, il gioiello è costituito da due lastre rettangolari: una incisa, a sinistra, simboleggia Petrarca, l’altra battuta, a destra, identifica Agostino, unite tra loro a formare un corpo unico, ma contemporaneamente distinte e separate.